Discuție Utilizator:Elvira Pisanti/Sandbox

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A eccoloooooooo, adesso l'ho visto, grazie Victor...

Ei, Victor... non credo proprio che tu sia cattivo e poi, viva i minimalisti (poco ma buono) :). Metto qui 3 link dove trovi alcuni scritti critici su De Luca: questo primo link è di un importante critico di Milano, giornalista e critico del giornale "il Corriere della Sera", purtroppo morto negli anni '90, si potrebbe utilizzare sicuramente, tagliando molte parti per accorciarlo.(http://www.photographers.it/articolo/le-prime-recensioni-atlante-istituto-geografico-de-agostini--563.html). Poi : (http://www.photographers.it/articolo/i-primi-consensi-napoli-mia-564.html): Poi : (http://www.photographers.it/articolo/le-mie-prime-conferme-recensioni-varie-565.html).


Roberta Valtorta, storico e critico della fotografia, direttore scientifico del Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo-Milano: "…La sua ricerca presenta richiami chiarissimi - e, va detto, di una grammatica particolarmente sicura e pulita - alla Metafisica: li leggiamo soprattutto nel gioco magico delle forme, che nell'insieme dell'immagine vengono ridotte ad un equilibrio essenziale. Anche sul colore, altro punto di forza, De alunna lavora con criteri di semplificazione: tende a renderlo quanto più nitido, definito e trasparente. Astratto,quindi. La stessa essenzialità la ritroviamo nella scelta di una luce che ha la sostanza dell'irreale e del sogno. La campitura degli spazi rimanda all'Astrattismo, l'altra coordinata di queste fotografie, insieme alla Metafisica: il distaccodalla realtà, nota definitiva di queste immagini, è dato infatti dall'impianto particolarmente saldo e avulso da ogni "realismo". Questo distacco è perseguito senza inibizioni, con un taglio deciso del cordone ombelicale che lega ilconcetto di fotografia a quello di riproduzione della realtà. Dei dati reali De Luca salva solo piccoli segni - una nuvola, uno spigolo, un'ombra, una parete, laluna, il sole - che puntualizzano l'architettura di immagini pensate per piani di colore e precisi equilibridi spazi…" da Progresso Fotografico, novembre 1981 pag.8


Giuseppe Turroni, studioso di fotografia, critico del Corriere della Sera: "… In questi anni si è affacciato alla ribalta, non soltanto italiana, un fotografo di vero talento, Augusto De Luca.Le sue immagini, dai colori delicati e insieme squillanti, vividi e ancora tenerissimi, hanno fatto il giro del mondo, esposte nelle più importanti gallerie di fotografia. Per queste fotografie che ritraggono forme astratte, e che talvolta sono ottenute con la sovrapposizione di due negativi, si è parlato da più parti di New Pictorialism, un termine che sta ad indicare uno sguardo attento, sensibile, analitico, gettato dal fotografo nel mondo dell'avanguardia pittorica…Senza dubbio De Luca ha un gusto e un sentimento di sottilissima qualità estetica. De Luca è un grande fotografo di materie, di fatti concreti, di abbandoni sensuali, di estatiche e lucide malinconie, di ludiche invenzioni formali, di felici trasalimenti estetici. Egli è alla ricerca di quella che Bronte chiamava "phantom thing" un mistero nella e oltre la realtà, al di là del paesaggio delle apparenze e della cornice dei gesti previsti. Le sue lune, i suoi muri, i suoi tramonti, le sue albe, ci trasportano in un "reale" di metafisico incanto…" da Arredorama, aprile 1983 pag.36


Giuseppe Alario, direttore Kodak del centro-sud: "…come fotografo, ma faremmo bene a dire come artista, in pieno fermento, esplode scrutando, indovinando quel continente di vita, meraviglioso, invisibile allo sguardo, metafisico e surreale, su cui il tempo ha stratificato immensi territori di realtà immobile ed ovvia. Oggi, dopo passaggi che contrassegnano la sua eclettici, è momentaneamente approdato a una sorta di purismo apostolico, al soggetto tradizionale depurato però del superfluo e della volgarità quotidiana. Veggente che alla tristezza del nulla/nulla/nulla contrappone il tutto/tutto/tutto, De Luca sperimenta se stesso in continuazione e, strenuamente ricettivo alle forme irresistibili del naturale, manifesta meraviglia e cupidigia di fronte alla più piccola scoperta sublimando poi il gioco in sapiente magia…" da Il Fotografo Professionista Kodak, marzo 1987 pag.49


Claudio Della Seta, giornalista del TG5: "…Dall'America degli anni Settanta è partita alla conquista del mondo una maniera nuova di fotografare: surreale. Arriva anche in Italia e sbarca a Napoli. De Lucaadopera il colore, il colore del Kodachrome e quello del Ciba, ed un muro di mattoni si trasforma per incanto in una tavoletta di cioccolato. E' una indagine la sua sui limiti e la flessibilità del mezzo fotografico, e da fotografo ormai maturo, allarga la sua ricerca ai materiali: adopera l'Istant, espone pellicola diurna in notturno, fa Sandwich sovrapponendo gambe di donna ad architetture inverosimili fino a farle apparire come tentacoli di animali preistorici alla conquista di uno scenario post atomico. La fotografia è anche questo…" da Reflex, settembre 1982 pag. 59


Alberto Piovani , critico e storico della Fotografia: "…Se creatività è relazione tra le relazioni, ossia capacità di suggerire pensieri nuovi rielaborando, sintetizzando, riproponendo in modo diverso elementi già acquisiti e memorizzati, De luca è indubbiamente un fotografo creativo. I segniche caratterizzano i suoi paesaggi onirici gli appartengono in quanto lui li ha scelti, e poco importa se in passato siano stati mescolati tra quelli di movimenti artistici o di artisti innovatori (strutturalisti sovietici, costruttivisti, Malevich Dada,Morandi, metafisici, surrealisti) . Cavalcando la tigre della storia dell'arte, De Luca è approdato nei pressi dell'arte Minimal, un movimento che si preoccupa di evidenziare gli elementi primari (forme strutturali e colore) alla ricerca delle minime unità espressive. Arte e Fotografia sono differenti codici linguistici che si muovono su comuni aree di coincidenza ideologica; De Luca ha operato sui segni dell'arte, il risultato è stato un "sopracodice", o se vogliamo un "ipercodice" a se stante, un assemblaggio di segni combinati per affinità visive, una specie di Esperanto semantico, che ora non solo gli appartiene, in quanto inventore, ma e anche oggetto di interesse collettivo…" da Gente Viaggi (Rusconi Editore), gennaio 1984 pag. 24


Però penso che questo vada bene, comunque va accorciato e sintetizzato. E' una parte di un articolo uscito agli inizi degli anni '80, di Roberta Valtorta, su una rivista che purtroppo già da molti anni non esiste più, "Progresso Fotografico":

Colore, spazio, luce: le immagini di Augusto De Luca vivono dell'equilibrio precisissimo di questi tre elementi, legati insieme da qualcosa di magico. Proprio lavorando a fondo sulle forme e sui colori, De Luca ha dunque operato un netto distacco dalla realta' comunemente intesa, senza remore e senza soggezione verso un concetto di fotografia come "derivato" della realta'. Nel suo lavoro sono leggibili chiari riferimenti alla Metafisica e secondo una sintesi sicura e pulita: essi si evidenziano nella astratta essenzialita' delle forme, nella nitida trasparenza del colore, nel rapporto equilibratissimo degli spazi,nella sostanza irreale e lontana della luce. L'atmosfera tangibile di sogno che caratterizza queste immagini è anche esaltata dalla fissita' delle "scene" e dalla estrema semplicita'- non naturale, ma come filtrata - della composizione: nulla di superfluo possiamo rintracciarvi e , anzi, il senso di vuoto accresce la dilatazione e lo spaesamento. De luca, man mano che la sua ricerca procede, tende a semplificare sempre piu' la struttura delle sue immagini,e con questo si approfondisce, nella sua poetica, il tono dell'enigma e del mistero. I significati vanno dunque ricercati "al di la'" dell'apparenza evidente dell'immagine: cosi' come nella semplicita' delle campiture e nel rapporto fra i colori o delle masse bianco nere va cercato il senso del lavoro di un Astrattista. E' una dimensione che travalica la concretezza del quotidiano e dimostra come sia possibile cristallizzare in una immagine la sottile ambiguita' esistente nel rapporto fra concreto e astratto, reale e irreale.